Il ruolo dei neuroni specchio nella lettura corale

Il parlato all’unisono, come la lettura corale, è un innegabile fenomeno che immediatamente induce la fluenza in chi balbetta, indipendentemente dal contesto linguistico, dalla dimensione dell’audience e dalla situazione. In passato questo aspetto veniva considerato una sorta di “curiosità della balbuzie”, relegato nell’angolo delle domande senza risposta.
Ricercatori statunitensi suppongono invece che si tratti di una forma di imitazione diretta, una primitiva ed innata capacità umana che è resa possibile dal sistema dei “neuroni specchio”, in quanto primordiale in natura e che prende la precedenza sul più tardivo sviluppo della balbuzie (Kalinowski J, Saltuklaroglu T). Per maggiori informazioni sui neuroni specchio e sul suo scopritore, il Professor G. Rizzolatti, è possibile vedere un breve video a questo Link.
Secondo la teoria motoria, il linguaggio sarebbe sorto come evoluzione dei sistemi gestuali e mimici di comunicazione impiegati dagli ominidi per interagire tra loro. A sostegno di questa ipotesi vi è la stretta associazione tra i centri motori e i centri linguistici del cervello. Inoltre, il sistema dei cosiddetti neuroni specchio , con sede nell’area corticale visuo-motoria, è attivato dalla visione dei movimenti da parte dei consimili e consente d’inferire l’interazione comunicativa dell’interlocutore (Anolli-Legrenzi, 2006).
Pertanto si può considerare la fluenza nella lettura corale come un meccanismo connaturato nell’uomo che può essere utilizzato come facilitazione in svariati contesti, in particolare quello educativo, e fornire un valido supporto agli insegnanti per aiutare i bambini balbuzienti a portare a termine i loro obiettivi scolastici.
Ricercatori statunitensi suppongono invece che si tratti di una forma di imitazione diretta, una primitiva ed innata capacità umana che è resa possibile dal sistema dei “neuroni specchio”, in quanto primordiale in natura e che prende la precedenza sul più tardivo sviluppo della balbuzie (Kalinowski J, Saltuklaroglu T). Per maggiori informazioni sui neuroni specchio e sul suo scopritore, il Professor G. Rizzolatti, è possibile vedere un breve video a questo Link.
Secondo la teoria motoria, il linguaggio sarebbe sorto come evoluzione dei sistemi gestuali e mimici di comunicazione impiegati dagli ominidi per interagire tra loro. A sostegno di questa ipotesi vi è la stretta associazione tra i centri motori e i centri linguistici del cervello. Inoltre, il sistema dei cosiddetti neuroni specchio , con sede nell’area corticale visuo-motoria, è attivato dalla visione dei movimenti da parte dei consimili e consente d’inferire l’interazione comunicativa dell’interlocutore (Anolli-Legrenzi, 2006).
Pertanto si può considerare la fluenza nella lettura corale come un meccanismo connaturato nell’uomo che può essere utilizzato come facilitazione in svariati contesti, in particolare quello educativo, e fornire un valido supporto agli insegnanti per aiutare i bambini balbuzienti a portare a termine i loro obiettivi scolastici.