Balbuzie e ansia

L’ansia-tratto può essere considerata una caratteristica stabile della personalità, un atteggiamento che riflette la modalità con cui un soggetto tende a percepire come minacciosi o pericolosi determinate situazioni ambientali, una sorta di predisposizione a provare sensazioni di ansia in circostanze a basso potere ansiogeno. Per i soggetti che presentano una elevata ansia-tratto quella ansiogena è la modalità di risposta abituale agli stimoli, mentre per gli altri è una modalità eccezionale.
L’ansia-stato invece può essere considerata come un’interruzione temporanea del continuum emozionale che si esprime attraverso una sensazione soggettiva di tensione, stress, apprensione, nervosismo, inquietudine, ed è associata ad attivazione del sistema nervoso autonomo. Alti livelli di ansia-stato risultano estremamente spiacevoli, dolorosi e disturbanti e stimolano il soggetto a mettere in atto dei meccanismi comportamentali di adattamento per evitare o ridurre queste sensazioni; questi meccanismi hanno successo se riescono ad allontanare lo stimolo ansiogeno o a valutarlo come meno minaccioso. Se questi meccanismi non riescono nel loro scopo, il soggetto può ricorrere a meccanismi di negazione o di repressione che sono, però, “antieconomici” poiché non aggrediscono alle radici la causa dell’ansia e possono diventare meccanismi maladattivi in quanto finiscono per aumentare l’ansia-tratto avviando (o perpetuando) una spirale perversa. Tenere distinti questi due tipi di ansia è fondamentale quando si voglia valutare le modificazione dell’ansia sotto trattamento poiché, solo valutando l’ansia-stato, si possono evidenziare i modi e i tempi delle variazioni del quadro generale, che difficilmente si potranno rilevare esplorando soltanto l’ansia-tratto.
Studi condotti negli ultimi otto anni affermano che :
• Generalmente chi balbetta è più ansioso, evita maggiormente le situazioni sociali e teme maggiormente il giudizio negativo rispetto ai normofluenti
• Chi balbetta è meno ansioso, evita meno le situazioni sociali e teme in misura minore il giudizio altrui rispetto a coloro che soffrono di fobia sociale
• I balbuzienti possiedono come paura specifica quella del parlato mentre non hanno sintomi fobici generalizzati
• In un certo grado l’ansia di tratto colora la personalità del balbuziente
• Il livello di gravità dell’ ansia di stato correla con il grado di severità della balbuzie
• L’ansia anticipatoria è un riflesso condizionato da precedenti esperienze di balbuzie
• I livelli di ansia sono minori rispetto ai pazienti affetti da fobia sociale e ristretti alla comunicazione
Sebbene un trattamento di successo sul sintomo balbuzie spesso diminuisca i livelli di ansia soggettivamente percepiti, qualora questi non scompaiano, o al contrario, configurino la possibilità di una ricaduta, sarà cura del counselor suggerire al cliente di avvalersi dell’ aiuto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta.
Il lavoro di equipe e la costruzione di una rete di differenti professionalità in interazione fra loro può essere considerata la miglior via per affrontare una sindrome complessa come la balbuzie.
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