La balbuzie infantile: definizione e recenti indicazioni
La balbuzie esordisce in genere tra i 2 ed i 7 anni di età con un picco intorno ai 5 e viene definita rispettivamente balbuzie primaria, balbuzie precoce, balbuzie infantile etc. Sappiamo con certezza che ne sono colpiti circa il 5% dei bambini in ogni cultura e società in ogni parte del mondo, mentre una recente ricerca australiana (Pediatrics, Vol. 123 No. 1 Gennaio 2009) riferisce addiritttura un’incidenza dell’8,5% all’età di 3 anni che sembra associata al momento di rapido sviluppo del sistema-linguaggio e all’esplosione del vocabolario.
E’ assodato che circa il 75% di loro andranno incontro ad una graduale risoluzione del disturbo mentre l’1% cronicizzerà la disfluenza. E’ comunque importante che la famiglia ed i care-givers del bambino attuino degli specifici comportamenti per fare in modo che il bimbo non resti traumatizzato o colpito negativamente nella sua autostima in questi periodi di difficoltà nella parola.
A ciò si aggiunge che agire prontamente insegnando una tecnica per il controllo della balbuzie in giovane età farà in modo che le ricadute psicologiche del non poter comunicare come si vorrebbe non segnino stabilmente la personalità del bambino in via di evoluzione.
Recenti studi effettuati su un ampio campione di gemelli avvalorano l’ipotesi di una sorta di vulnerabilità familiare alla balbuzie, sia per quanto riguarda la cronicizzazione sia per la risoluzione spontanea.*
Tali scoperte non devono spaventare nè colpevolizzare i genitori, piuttosto incoraggiarli e contenere l’allarmismo di cui sono spesso vittime inconsapevoli, frutto di informazioni ormai superate e scientificamente non validate. La genesi della balbuzie è da ricercare in molte cause di svariata e complessa origine, il fattore psicologico come elemento principe è ormai un concetto superato a livello internazionale. Ci si può avvalere di un parallelismo medico per far capire ai familiari la complessità e nel contempo la semplicità del fenomeno: sarebbe come ritenere che l’acquisto di un cucciolo ha causato forti crisi di asma in un bambino portato a manifestare il disturbo e pensare che senza l’elemento scatenante la difficoltà respiratoria non sarebbe mai apparsa. La reazione è solitamente di un gran sollievo.
L’ambiente andrà sicuramente modificato per il benessere del bambino di concerto al metodo scelto per affrontare la disfluenza, ma non per questo il genitore si deve sentire responsabile di aver ingenerato il disturbo, che prima o poi sarebbe facilmente apparso a fronte di un qualsiasi altro stress ambientale.
* Genetic etiology in cases of recovered and persistent stuttering in an unselected, longitudinal sample of young twins. Dworzynski K., Remington A., Rijsdijk F., Howell P., Plomon R., – Am J Speech Lang Pathol. 2007 May; 16(2): 169-178
Carta dei fattori di rischio della Stuttering Foundation of America
Fattore di rischio | Più probabile l’evoluzione in balbuzie | Vero per il mio bimbo |
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Storia familiare di balbuzie | Genitori, o altro parente che balbetta | |
Età d’esordio | Dopo i 3 anni e mezzo | |
Genere | Maschio | |
Tempo trascorso dall’esordio | Balbetta da 6/12 mesi o più | |
Altri problemi di linguaggio | Errori nei suoni, difficoltà nell’essere compreso, difficoltà nel seguire le istruzioni |
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