
La strada sicura
Capita tuttavia qualche volta che qualcuno dentro di noi si faccia vivo, per esempio con un sogno, con un sogno che ci turba senza comprenderne il motivo, anche senza capirne un accidente. Dovete sapere che questo qualcuno ha, a proposito della strada sicura, un’opinione diversa dalla vostra. Ha anzi una convinzione ben precisa: cioè che la strada sicura molto spesso (lui ritiene addirittura quasi sempre) non porti da nessuna parte, che lì su quella strada non c’è per nulla la vita che vogliamo, che lì non troveremo affatto il meglio per noi. E così ci ammonisce di prestare molta attenzione: non siamo noi a imboccare la strada sicura, è lei che ci imbocca e, a un certo punto, ci inghiotte.
Questo qualcuno vorrebbe persuaderci piuttosto che è opportuno accettare il rischio di cambiare strada e di avventurarsi verso ciò che a noi sembra del tutto sconosciuto. Che non c’è niente di sbagliato in questo. Certo ci vuole un pò di coraggio, un pò di azzardo, ma è sulle strade insicure che cammina quel “me stesso” che forse, senza saperlo, stiamo cercando. O che dovremmo cercare. Perchè questo qualcuno sa che il senso di tutta la storia (di tutta la nostra storia) è proprio di essere incamminati verso ciò che è più sconosciuto. E che, quando pure lo raggiungessimo, dovremmo comunque abbandonarlo per inoltrarci un’altra volta verso un luogo ancora più sconosciuto.
Questo qualcuno conosce, in definitiva, un segreto prezioso per il nostro cammino: prendere strade insicure non è nient’altro che un salutare allenamento in vista del transito finale.
Brano tratto da: “Nel giardino di Jung”, Gian Piero Quaglino-Augusto Romano, Raffaello Cortina Editore
La lezione più importante che l’uomo possa imparare in vita non è che nel mondo esiste la paura, ma che dipende da noi trarne profitto e che ci è consentito tramutarla in coraggio. (Tagore)
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