Dove vai? A scuola di empatia
Daniel Goleman ci parla di Intelligenza emotiva sin dagli anni ’90, ovvero di un modo alternativo di essere intelligenti, utile alla vita pratica, dove il quoziente intellettivo in senso stretto e gli studi effettuati contano relativamente, perchè il successo nella vita dipende da altro.
Ad oggi le aziende più innovative non ricercano soltanto il curriculum perfetto, con chiarezza espositiva, corsi universitari ed esperienze professionali presentate con efficienza. Il candidato durante il colloquio è spesso chiamato a dimostrare doti di flessibilità, adattabilità, creatività, capacità di gestione delle relazioni e abilità sociali per cooperare e lavorare in team.
Ambiti come la vendita o la dirigenza richiedono doti empatiche non meno di professioni orientate all’aiuto e all’insegnamento e la “sordità emotiva” rischia di far pagare caro il suo scotto, non soltanto nella vita privata e amicale.
Quali sono, secondo Goleman, le competenze emotive e sociali che ognuno di noi è pertanto chiamato a far proprie?
- Consapevolezza di sé: conoscere in ogni particolare momento i propri sentimenti e le proprie preferenze e usare questa conoscenza per guidare i processi decisionali; avere una valutazione realistica delle proprie abilità e una ben fondata fiducia in se stessi.
- Dominio di sé: gestire le proprie emozioni così che esse – invece di interferire con il compito in corso – lo facilitino; essere coscienziosi e capaci di posporre le gratificazioni per perseguire i propri obiettivi; sapersi riprendere bene dalla sofferenza emotiva.
- Motivazione: usare le proprie preferenze più intime per spronare e guidare se stessi al raggiungimento dei propri obiettivi, come pure per aiutarsi a prendere l’iniziativa; essere altamente efficienti e perseverare nonostante insuccessi e frustrazioni.
- Empatia: percepire i sentimenti degli altri, essere in grado di adottare la loro prospettiva e coltivare fiducia e sintonia emotiva con un’ampia gamma di persone fra loro diverse.
- Abilità sociali: gestire bene le emozioni nelle relazioni e saper leggere accuratamente le situazioni e le reti sociali; interagire fluidamente con gli altri; usare queste capacità per persuaderli e guidarli, per negoziare e ricomporre dispute, come pure per cooperare e lavorare in team. (Goleman, Lavorare con intelligenza emotiva, 376).
La scuola prima ed i percorsi universitari poi non prevedono una formazione all’essere umano, un’alfabetizzazione emotiva. Se da una parte dismalcorati assistiamo all’incipiente disgregazione dei valori, alla sete di successo all’insegna del tutto e subito, alla crisi economica, morale ed ambientale, dall’altra il movimento di riscoperta dell’empatia (caratteristica distintiva dell’essere umano che può essere appresa ed allenata) si muove galoppando e coinvolgendo ogni ambito della società come sana reazione ed istinto di sopravvivenza della specie.
Ed è in questo contesto culturale che nascono nuove professioni o si riscoprono antiche pratiche, eccone alcune:
- il counseling in qualità di percorso di consapevolezza e relazione di aiuto,
- la grafologia come conoscenza di sè e degli altri,
- il training autogeno come porta d’accesso al ben-essere,
- la meditazione come educazione alla compassione,
- l’arte intesa come esplorazione e manifestazione di sè.
Attività, percorsi e laboratori che non si rivolgono all’individuo psichicamente patologico, ma a chi desidera ascoltare la propria voce interiore, accedere alle risorse sopite e risvegliare quella fiammella capace di esprimere il meglio di ognuno di noi.
2 Commenti
VORREI SAPERNE DI PIù E SE CI SONO CORSI UTILI PER APPROFONDIRE TALE CONOSCENZA!
Gentile Giovanna, ci sono certamente corsi e laboratori per sviluppare ed approfondire, dipende da dove abita, se mi invia una mail dal modulo di contatto e mi dice da dove scrive le invierò delle indicazioni. A presto!
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